I ciclisti del Tour de France, del Giro d'Italia o della Vuelta di Spagna passano intere giornate in bicicletta, scalando montagne e attraversando paesi, città e campagne per almeno 5 o 6 ore a tappa (salvo le crono o altre rare eccezioni). Questa lunga permanenza genera spesso delle curiosità nelle persone: come fanno questi cavalieri erranti a fare pipì?
Nella lunghe corse a tappe il leader della corsa è il re e se deve "andare", può chiamare una pausa bagno ogni volta che desidera. Il gruppo rallenterà un po' per rispetto per il leader della corsa e chi ne avrà bisogno potrà approfittarne portandosi a bordo strada.
Quando invece il ritmo è più rilassato, anche senza l'assenso dei big della corsa, i ciclisti si spostano sul ciglio, tirano giù i pantaloncini e sbrigano senza troppi indugi i propri affari. Poi ripartono e in men che non si dica recuperano il distacco che hanno accumulato sul gruppo.
Ma a volte la natura "chiama" anche quando non ci sono pause decise dal gruppo e quando il ritmo della gara è piuttosto intenso. In questi casi non è possibile accostare e fermarsi e ci si deve inventare un'operazione di scarico in movimento: una mano rimane fissa sul manubrio, l'altra scosta il pantaloncino, una gamba si allarga e l'evacuazione può avere atto, riversandosi spesso sulla bici e sui suoi costosissimi componenti.
Non è un grande spettacolo e nella storia, anche televisiva, non si contano i momenti di imbarazzo creati da queste situazioni.
Uniche accortezze utilizzabili, ovviamente quando ci sono le condizioni: attendere zone scarsamente popolate e preferibilmente caratterizzate da lunghe discese....