Negli appena 10 km² dell’isola di La Digue è racchiusa l’essenza del fascino delle Seychelles: spiagge da sogno, mare dai riflessi cristallini, natura selvaggia, sentieri che si snodano tra la vegetazione lussureggiante, rocce granitiche dalle curiose forme scolpite dal vento, palme che si protendono verso le onde, pacifiche tartarughe e pesci multicolori. Pochi rumori, perchè non girano auto, se non qualche furgone e pochi taxi. Una caratteristica unica, che assicura all’isola una pace assoluta! Ecco perchè il modo migliore per esplorarla è percorrerla sul sellino di una bicicletta.
La Digue è rimasta un must irrinunciabile per chiunque visiti le Seychelles. C’è un solo villaggio ed è priva di porti naturali. Tuttavia, la barriera corallina che la circonda tiene lontane le mareggiate e l’unica vera “passe” che l’interrompe permette di approdare ad un piccolo molo, costruito nel villaggio che da essa prende il nome, La Passe, appunto.
Si arriva facilmente in quindici minuti con i catamarani veloci di Cat Rose, da Praslin, o in poco più di un’ora da Mahé; poi, con una bici a nolo, l’isola è tutta per voi. Se si dispone soltanto di una giornata o anche meno, la direzione da prendere sarà quella che porta alla Union Estate, una vasta area, oggi monumento nazionale, dove un tempo si produceva la copra e c’erano grandi piantagioni di vaniglia. È ancora possibile vedere come i cocchi venivano lavorati per produrre la polpa dalla quale si ricavavano grassi e oli. C’è anche una modesta coltivazione di vaniglia e una visita guidata permette di capire come sia possibile che da una pianta inodore, incapace di riprodursi, possa, alla fine, nascere un frutto con un aroma così delizioso come quello che tutti conosciamo. Nella Union Estate c’è una grande casa coloniale, la Plantation House, costruita in legno pregiato e ricoperta con foglie di palma. È essa stessa un museo all’aperto e ospita anche gallerie d’arte.
Prima di continuare l’itinerario, vale la pena portarsi un poco verso est per vedere Giant Union Rock, un monolite alto 40 metri, proteso verso il cielo. Sembra abbia 700 milioni di anni e lo spettacolo che si ammira dalla cima vale la piccola scalata. Il sentiero ciclabile continua verso sud, fino ad Anse Source d’Argent, la spiaggia “più fotografata del mondo” (ora anche instagrammata) e teatro di fortunati spot pubblicitari anni ’80 e ’90. In effetti, soprattutto se si arriva con la bassa marea, lo spettacolo è indimenticabile: pochi centimetri d’acqua ricoprono il reef, con una continua variazione cromatica dall’azzurro tenue al blu intenso.
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Il percorso può essere accorciato arrivando in taxi fino a Belle Vue, un minuscolo villaggio, e di lì continuare a piedi. Ne vale la pena se si vuole ammirare il paesaggio dall’alto e, se accompagnati da una guida esperta.
Dopo la montagna e la foresta, niente di meglio che tornare al mare, con un itinerario divertente, anche se non del tutto riposante, almeno per chi usa raramente la bicicletta. Si pedala fino a Grand Anse, una spiaggia favolosa, talvolta battuta da grosse onde e spesso deserta. Meglio non allontanarsi dalla riva. Di lì, si raggiungono a piedi altre due spiagge, Petit Anse e Anse Coco, ritenuta la più integra di La Digue.
Un altro itinerario molto interessante, sempre in bicicletta, porta a scoprire la parte nord e il versante orientale. Lasciata alle spalle La Passe, un facile percorso asfaltato costeggia il mare, con la possibilità di fermarsi ad Anse Severe, ritenuta la migliore per gli appassionati di snorkeling, ad Anse Grosse Roche, Anse Banane e Anse Fourmis, tutte spiagge non molto frequentate. Poco prima che il sentiero termini di fronte ad una parete rocciosa, un semplice ristorante, Chez Jules, permette di gustare le specialità tradizionali della cucina creola. È considerato, dagli isolani, il migliore di tutta La Digue.
Se resta ancora un po’ di tempo, la cosa migliore da fare, per chi ha residue energie nelle gambe, è imboccare a caso, senza preoccupazioni di sorta, uno dei sentieri asfaltati che si spingono verso l’interno. Si scopriranno belle ville in stile coloniale, bananeti, hotel nascosti in mezzo al verde, angoli suggestivi dove nessuno mette mai piede.
Per maggiori informazioni:
https://www.seychelles.travel/it/