L'Unione europea sarebbe pronta a prorogare per altri cinque anni i dazi antidumping sulle biciclette cinesi, cambogiane, filippine, tunisine, indonesiane e pakistane. L'esecutivo Ue avrebbe infatti completato una revisione, avviata a giugno 2018, delle misure antidumping nei confronti dei produttori di biciclette provenienti da alcuni paesi, concludendo che l'intervento dei governi sui costi di produzione distorce la concorrenza, e qualsiasi revoca dei dazi porterebbe a un boom di importazioni in Europa. I risultati conclusivi dell'indagine saranno resi noti a settembre e, se i Ventotto concorderanno con la Commissione, i dazi saranno rinnovati per altri cinque anni.
Un provvedimento ritenuto "essenziale" dal segretario generale dell'associazione europea dei produttori di bici (Ebma), Moreno Fioravanti, che ritiene che "senza parità di condizioni, i produttori cinesi invaderebbero il mercato in Ue" in regime di dumping, mettendo in crisi l'industria europea. Le biciclette cinesi, sottoposte a misure antidumping dal 1993, sono attualmente soggette a dazi del 48,5%. Le misure riguardano anche le biciclette da Cambogia, Filippine, Tunisia, Sri Lanka, Indonesia e Pakistan, anche se con alcune esenzioni.
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